
Cose in Sospeso
Siamo partiti dalla lettura di Filippesi 3:12/14 e Atti 20:24. Quanti di noi abbiamo cose in sospeso nella nostra vita? Paolo amava terminare ciò che aveva iniziato poiché ogni tanto guardava la sua vita e si domandava: “A che punto sto? Mi sto avvicinando a quello che Dio ha in servo per me?”. Paolo si guardava dentro, mentre molti di noi sono abituati a guardarsi fuori.
E tu a che punto sei?
Nel momento in cui riceviamo la chiamata di Dio nella nostra vita dobbiamo immaginare come se qualcuno lassù nel cielo girasse la clessidra che scandisce il tempo a nostra disposizione per adempiere quella chiamata. Spesso restiamo bloccati alla frontiera, non riuscendo più ad andare avanti poiché abbiamo lasciato qualcosa in sospeso. Anche Mosè, il legislatore dell’antico testamento, lasciò qualcosa in sospeso dopo la sua chiamata da parte di Dio. Nel momento in cui Dio gli disse che avrebbe dovuto liberare il popolo d’Israele dall’Egitto, si girò la sua clessidra. In Esodo 4:24 è scritto che mentre Mosè stava tornando in Egitto, durante il viaggio, l’Eterno gli andò incontro e cercò di farlo morire, ma Sefora, sua moglie, con una selce tagliente recise il prepuzio di suo figlio e lo gettò ai piedi di Mosè e così l’Eterno lo lasciò.
Perché Dio fece questa cosa “illogica”? La logica vuole che se Dio aveva chiamato Mosè per liberare il popolo d’Israele, di certo non doveva tentare di ucciderlo mentre stava adempiendo a quella chiamata. Dio però non ragiona come noi, i Suoi piani non ci sono noti. Mosè aveva qualcosa in sospeso con Dio: non aveva rispettato il segno esteriore del patto tra l’Eterno ed il popolo d’Israele, ovvero la circoncisione dei figli maschi. Pensate che Mosè non conosceva questo patto? Lui lo conosceva molto bene, ma lasciò questa cosa in sospeso perché sua moglie Sefora, non essendo ebrea, probabilmente lo influenzò.
Se ci tiriamo indietro dalla nostra chiamata Dio non ci prenderà con la forza, ma si tirerà indietro anche Lui. Davanti al Suo cospetto siamo tutti uguali, siamo allo stesso livello di Mosè, Abramo e tutti gli altri. Non c’è talento, raccomandazione ed opera che possa tenere. E’ scritto che quel giorno in cui saremo tutti di fronte al Suo cospetto Egli dichiarerà a molti “Io non ti ho mai conosciuto, allontanati da me operatore di iniquità”.
A che punto è la tua consacrazione? Se esaminassimo il nostro modo di parlare, di agire, il valore della chiesa nella nostra vita, non dovremmo far altro che correre ai piedi di Dio! In Ebrei 12:1 è scritto: “Anche noi dunque, essendo circondati da una tale nuvola di testimoni, deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, CORRIAMO con perseveranza la gara che ci è posta davanti”. Molti si prendono ‘una pausa’ con Dio, un periodo di stand-by durante il quale però il diavolo corre a 3000km/h per sopraffarci. Gesù ci dice che se mettiamo mano all’aratro e ci fermiamo, non siamo degni! In Geremia 18:2/6 è scritto: “’Alzati e scendi alla casa del vasaio, e là ti farò udire le mie parole’. Allora io scesi alla casa del vasaio ed ecco, egli stava facendo un lavoro alla ruota. Ma il vaso che stava facendo con l’argilla si guastò nelle mani del vasaio. Così egli ne fece da capo un altro vaso, come parve bene al vasaio di fare. Allora la parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo: ‘ O casa d’Israele, non posso io fare con voi come ha fatto questo vasaio?’, dice l’Eterno. ‘Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così siete voi nelle mie mani, o casa d’Israele’”.
E’ tempo di riprenderci e di correre verso la meta.
Dio ci benedica
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