
“Dio perdona … io pure”.
Siamo partiti dalla lettura di Matteo 18: 21-35.
La parola perdono in italiano deriva dal verbo “perdere”: perdere il rancore, la dignità, l’orgoglio.
Nel greco biblico perdono significa “liberare qualcuno, abbandonare qualcosa, allontanarsi da qualcuno/qualcosa” e Gesù intendeva proprio l’azione del liberare qualcuno, abbandonare qualcosa e allontanarsi definitivamente dal torto! Avete mai lasciato/abbandonato qualcosa? Dobbiamo lasciarlo come un qualcosa che non tornerà più, un qualcosa da cui liberarci poiché ci fa male.
La storia inizia con Pietro, il primo tra gli apostoli a prendere sempre iniziativa, che chiede a Gesù quante volte avrebbe dovuto perdonare il proprio fratello che aveva peccato contro di lui. La risposta di Gesù, all’epoca ed ancora oggi è: perdona!
La rivoluzione che fece Gesù fu proprio sul perdono, tant’è che rispose a Pietro di perdonare settanta volte sette, come per dire: un’infinità di volte. Perché Pietro parla di sette volte? Perché nell’antico testamento si insegnava che Dio non poteva perdonare più di tre volte, massimo quattro. Ma Gesù, l’espressione dell’amore perfetto di Dio invece dirà : perdona settanta volte sette!
Molti cristiani si mimetizzano nella giungla della nostra società e non appena ricevono un’offesa o un no da qualcuno, sono pronti a battagliare e soprattutto a NON perdonare l’altro.
“Tutte le cose che domanderete, le otterrete” c’è scritto nella parola di Dio, ma il verso continua dicendo: “le otterrete quando perdonerete”… C’è grande potenza nel perdono!
Nei versi letti Gesù racconta la storia del re che doveva riscuotere i tributi dai suoi servi, ma mosso a compassione, condonò tutto il debito ad un servitore che si inginocchiò dinanzi a lui implorandolo di avere altro tempo per saldare il suo debito di diecimila talenti (un solo talento equivaleva alla paga di circa 8 mesi di lavoro). Quanti possono dire che il Re ci ha condonato tutto il debito che Gli dovevamo?
In Romani 5:8 è scritto: “Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”. Prima ancora che chiedessimo qualcosa, Dio aveva già stabilito il perdono per la nostra vita e Lui mantiene sempre le Sue promesse! Il calvario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna. Nessuno può far nulla per guadagnarsi il Suo perdono, semplicemente Dio ha avuto compassione di noi e ci ha donato la vita eterna così che mentre il mondo sarà protagonista di uno stridor di denti, noi godremo con Gesù della vita eterna. Su di noi c’era una condanna incredibile, una condanna a morte, ma qualcuno è morto al posto nostro e dopo tre giorni è resuscitato! Questo è quello che è capitato ad ognuno di noi: Gesù Cristo ha pagato e condonato tutti i nostri peccati, ci ha dato la vita eterna e quando Dio perdona, lo fa senza se e senza ma.
Questo servo a cui il re aveva condonato il debito però, non fece lo stesso con uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari. Addirittura lo fece imprigionare e così i presenti riferirono la scena al re. Era successa un po’ la stessa cosa che succede a noi: pretendiamo il perdono da Dio, ma quando tocca a noi non vogliamo concederlo agli altri. Il re, venuto a conoscenza dell’accaduto, ritirò il suo perdono e mandò il servo nelle mani degli aguzzini. Due parole chiave ci sono in questo racconto: prigione ed aguzzini.
Perché le nostre preghiere non arrivano neppure al soffitto? Perché non vediamo la vittoria nella nostra vita? Perché siamo in prigione … e sapete perché? Perché non abbiamo perdonato. L’arte degli aguzzini è proprio quella di mettere pressione alla vita dei debitori, così come l’ansia, la preoccupazione ci mettono sotto pressione nella vita di tutti i giorni. Quando noi non perdoniamo qualcuno portando rancore, viviamo sotto l’oppressione degli aguzzini, viviamo tra le quattro mura della prigione e pregare Dio chiedendoGli di liberarci non serve a nulla se non siamo prima noi a perdonare.
Se Dio ci ha perdonato, anche noi dobbiamo perdonare e se non perdoniamo gli altri, Dio non perdonerà noi! La chiave della prigione che viviamo è il perdono. “Dio perdona … io pure” … non dimentichiamolo.
Che Dio ci benedica!
Gospel Napoli 29 maggio 2016
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