marco_palma ottobre

In Geremia 29:11 è scritto: “Poiché io conosco i pensieri che ho in mente per voi” dice l’Eterno, “pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza”.
Credi a questa meravigliosa promessa che Dio ti ha fatto? Egli ha per la nostra vita dei progetti splendidi, non pensieri di fallimento, depressione o malattia.
Generalmente sono 3 le persone che hanno progetti per la nostra vita:
-Te stesso. Progetti a breve e/o lungo termine spesso dettati da sentimenti/ragionamenti e non sempre stabili;
-Il diavolo, il nemico delle nostre anime. Egli progetta la nostra vita in maniera disastrosa. Quando ascoltiamo di un suicidio, di una malattia o anche di un divorzio, abbiamo a che fare con un progetto del diavolo!
-Dio. Il Suo progetto è ben più antico ed articolato rispetto a quello del diavolo. E’ un progetto eterno che è iniziato già da quando eravamo nel grembo di nostra madre. Il Suo progetto è un progetto d’amore, di pace e non di male. Il Suo progetto non si chiama depressione, malattia, fallimento, ma si chiama “vita con Dio”, ripieno del Suo amore.
Nella parola di Dio leggiamo la storia di Giuseppe, nato in una famiglia numerosa, orfano di madre che veniva continuamente contrastato dai fratelli al punto che fu malmenato e gettato in una cisterna. Grazie alla mediazione di suo fratello Ruben, non venne ucciso dagli altri fratelli, ma fu venduto ad una carovana di Ismaeliti. La vita di Giuseppe ci racconta di tanti alti e bassi. Egli lavorò nella casa di Potifar(ufficiale del faraone) e lì sua moglie, mise gli occhi su di lui e tentava continuamente di sedurlo. Giuseppe però, avendo timore di Dio, riuscì a fuggire da questa tentazione, ma nonostante ciò Potifar lo fece incarcerare perché sua moglie disse che era stato lui a sedurla.
In quella cella però Giuseppe non era solo… l’Eterno era con lui. Ecco la garanzia che Dio ci da con quella promessa. Giuseppe sapeva che Dio era con lui e che avrebbe mantenuto quella promessa.
Quando uscì dal carcere divenne il vice del Faraone (grazie all’interpretazione dei suoi sogni che Dio gli rivelò) e così chiamò in patria i suoi fratelli, quelli che lo avevano rinnegato e malmenato, per perdonarli e riabbracciarli, visto che soltanto allora riuscì a capire il progetto di Dio per la sua vita.
Quante volte ci troviamo nella tempesta ma solo alla fine capiamo qual era il proposito di Dio per noi?
In II Re 5:2-3 leggiamo di una piccola fanciulla portata via dal paese d’Israele da alcune bande di Siri. Ella fu fatta prigioniera durante una razzia e fu portata al servizio della moglie di Naaman. Non conosciamo il suo nome né quanti anni avesse, ma possiamo immaginare che dovette assistere alla razzia del suo villaggio, dove probabilmente furono picchiati e/o uccisi tanti uomini, derubate e bruciate tutte le case. Possiamo quindi immaginare la condizione psicologica e spirituale di questa fanciulla.
Tutto ciò non le fu di ostacolo perché lei aveva ancora una speranza: la promessa di Dio sulla sua vita e così , piuttosto che godere della malattia di Naaman, ella gli consigliò di andare da un profeta in Samaria, dove poteva essere guarito. Quella fanciulla era ad un bivio: lasciar morire il suo padrone Naaman o perdonarlo e parlargli della speranza, della promessa di Dio per le nostre vite! Naaman incontrò il profeta Eliseo e fu guarito.
Solo allora la piccola fanciulla capì perché era stata rapita: per parlare di una speranza!
Dio ama operare proprio nella situazioni che ci sono state fino a poco prima controverse e sfavorevoli… Lui mai verrà meno alle Sue promesse per noi.
“Ci sono molti disegni nel cuore dell’uomo, ma il piano del Signore sussiste in eterno”. (Proverbi 19:21)
Dio ci benedica.

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