
In Geremia 18:1/10 viene narrato l’episodio in cui Geremia fu esortato dall’Eterno ad andare alla casa del vasaio. Geremia fu un uomo usato da Dio in maniera straordinaria, egli profetizzò per ben 42 anni nonostante visse un’epoca molto difficile del popolo d’Israele: la schiavitù babilonese. Il popolo d’Israele, definito “popolo dal collo duro”, non riusciva a farsi modellare dal Signore e per ben 70 anni fu dominato da un altro popolo.
Nei versi letti Geremia osserva il vasaio costruire un vaso. C’è un grande lavoro dietro la costruzione di un semplice vaso. Innanzitutto l’argilla in natura si presenta come un materiale roccioso ed arido. Prima di essere modellata viene inumidita per tanti giorni nell’acqua, poi viene fatta seccare al sole ed infine viene battuta per far fuoriuscire tutta l’aria accumulata durante le prime fasi.
Prima che diventi un vaso quindi, deve passare per queste tre fasi e solo allora potrà essere impastata e lavorata. Mentre Geremia osservava il vasaio, l’argilla si guastò tra le sue mani, ma lui non la gettò via, bensì la lavorò nuovamente per farne un altro vaso.
Come lavora Dio con la nostra vita? Egli agisce similmente al vasaio: anche se ci guastiamo, ci rompiamo o non funzioniamo correttamente, Dio continua a lavorare con noi, non si arrende perché Lui conosce bene il lavoro che c’è dietro la nostra vita. Egli ha fatto un gran lavoro con noi per far fuoriuscire tutta quell’aria che ci davamo!
Spesso i vasi mostrano difetti solo al momento del loro utilizzo. Allo stesso modo, durante la nostra vita possiamo guastarci, ma l’importante è restare sempre nella casa del Padre perché Dio non ci getta via, ma usa la nostra vita affinché possiamo offrirGli un servizio ad onore.
In II Timoteo 2:20/21 è scritto: “Or in una grande casa non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di terra; gli uni sono ad onore, gli altri a disonore. Se dunque uno si purifica da queste cose, sarà un vaso ad onore, santificato ed utile al servizio del padrone, preparato per ogni buona opera”. Nella parola di Dio troviamo un vaso di legno di alabastro, contenente un olio preziosissimo utilizzato per lavare i piedi di Gesù. Per poter prendere tutto il suo contenuto, il vaso fu rotto completamente ai piedi di Gesù. Quello fu un vaso ad onore ed allo stesso modo, Dio vuole “romperci” e prendere tutto di noi. Mentre oltraggiavano Gesù sulla croce, Egli disse di avere sete, così gli accostarono un vaso pieno di aceto nel quale intinsero un panno che fu portato alla bocca di Gesù allo scopo di deriderlo e fargli aumentare la sete. Quello fu sicuramente un vaso a disonore. Spesso pensiamo che i vasi a disonore siano le persone lontane da Dio, invece quel vaso a disonore era vicinissimo a Gesù.
La nostra vita è come un vaso contenente un’anima: sta a noi decidere se ad onore o disonore.
Dio ci dice che può fare come il vasaio: plasmarci come si plasma l’argilla tra le mani del vasaio. La sovranità di Dio però, si incontrerà sempre con la libertà dell’uomo: Egli mai violenterà la nostra coscienza, Lui non ci rende Suoi burattini così come fa il diavolo, ma ci rende Suoi amici, figli, collaboratori …
Noi dobbiamo solo scegliere di metterci su quella ruota per farci plasmare a Suo piacimento.
Forse la tua vita ha subito più modifiche e questo non ti sembra giusto, ma sappi che dopo la sofferenza che comporta una nuova nascita, (tutte le mamme potrebbero testimoniarlo), il lavoro finale sarà perfetto, così come lo sono tutte la Sue creazioni. Dio non ci butta mai via, ma ci modifica finchè non diventiamo un vaso ad onore per la Sua gloria.
E tu che vaso vuoi essere? A te la scelta.
Dio ci benedica.